Artroscopia dell' anca

Artroscopia dell'anca

L’artroscopia è una procedura medica che consiste nell’introdurre una telecamera all’interno di un’articolazione, tramite un’ottica, per visualizzare le strutture anatomiche in essa contenute. Questa tecnica è stata ben standardizzata e risulta essere molto diffusa. Inoltre, grazie all’ausilio di strumenti specifici, è possibile anche eseguire degli interventi chirurgici minimamente invasivi rispetto alla chirurgia aperta.
Questa procedura viene comunemente utilizzata in diverse patologie del ginocchio e della spalla, mentre ultimamente si sta affermando sempre di più anche per la caviglia, il gomito, il polso e soprattutto per l’anca. Tuttavia, l’artroscopia dell’anca è ancora poco conosciuta e utilizzata in alcune parti del mondo, anche se negli ultimi tempi sta vivendo una rapida crescita grazie alla scoperta del conflitto femoro-acetabolare, una patologia che interessa proprio l’articolazione dell’anca.
L’artroscopia dell’anca può essere eseguita all’interno dell’articolazione stessa, tramite la trazione per aprire lo spazio virtuale tra la testa del femore e l’acetabolo, oppure a livello del collo del femore, ovvero nello spazio periferico dell’articolazione dentro la capsula articolare, o al di fuori della capsula articolare, nello spazio extra-articolare

 

 

Artroscopia con anestesia spinale: un intervento davvero poco invasivo

L’artroscopia è una tecnica chirurgica sempre più utilizzata per la sua capacità di consentire una visualizzazione dell’articolazione senza la necessità di aprirla. Mediante un sistema a fibre ottiche di piccole dimensioni, simile a una matita da disegno, è possibile eseguire gesti chirurgici attraverso incisioni di soli 4 o 5 mm. Durante l’intervento, il paziente viene posizionato in decubito supino e viene eseguita una trazione per lavorare all’interno dell’articolazione, che risulta molto serrata.
Il trattamento del conflitto CAM prevede il rimodellamento del passaggio testa-collo del femore attraverso l’uso di una fresa da 5 mm. Inoltre, vengono riparati eventuali danni al labbro con l’utilizzo di ancorette riassorbibili. Al termine dell’intervento, vengono eseguiti dei test dinamici intraoperatori per valutare l’assenza di conflitto.
Nel caso del conflitto PINCER, il trattamento prevede lo stacco del labbro acetabolare in periferia del cotile, la riduzione della grandezza del cotile con l’utilizzo di una fresa e il reinserimento del labbro mediante ancorette riassorbibili. Anche in questo caso, vengono eseguiti dei test dinamici per valutare l’assenza di conflitto.
Il paziente viene messo in piedi il giorno successivo all’intervento e può deambulare con l’aiuto di stampelle con un carico parziale per 3 o 4 settimane. L’intervento è poco doloroso e può essere gestito con analgesici comuni. Il paziente rimane ricoverato in ospedale per due notti e il giorno dopo l’intervento un terapista lo aiuta ad imparare a camminare con le stampelle e gli insegna gli esercizi da svolgere a casa. Inoltre, il paziente utilizza un apparecchio per muovere passivamente l’anca e prevenire aderenze per 3 o 4 settimane. Il ritorno alla vita normale è possibile dopo circa un mese, mentre l’attività sportiva può essere ripresa dopo 4 o 5 mesi.

Tipologie di conflitto femoro-acetabolare: tipo CAM e tipo PINCER

Il primo tipo è caratterizzato da una piccola anomalia ossea sul collo del femore che provoca una riduzione della sfericità della testa e quindi una incongruenza con il cotile concavo, causando un conflitto. Il secondo tipo è invece causato dall’eccessiva copertura dell’acetabolo, che provoca un conflitto tra la testa sferica del femore e il cotile troppo grande. Il conflitto femoro-acetabolare è una patologia che colpisce circa una persona su cinque, ma solo in alcuni casi provoca dolore. Di solito, per avvertire dolore, vi deve essere un altro fattore oltre alle piccole anomalie ossee, come il movimento dell’articolazione dell’anca, soprattutto per chi ha un lavoro o un’attività sportiva che richiede un uso intenso dell’articolazione.
Il conflitto di tipo CAM è più comune nei giovani maschi, mentre il conflitto di tipo PINCER è più frequente nelle donne di mezza età. In Italia, il trattamento artroscopico viene eseguito solo in pochi centri, poiché la patologia è di recente acquisizione e richiede specialisti che conoscano le tecniche artroscopiche. Il conflitto femoro-acetabolare è caratterizzato da dolore inguinale e talvolta al gluteo, spesso manifestato come un dolore a forma di “C” che va dall’inguine al troncantere laterale e posteriormente al gluteo. La patologia esordisce in modo subdolo, episodico, dopo uno sforzo fisico e il disturbo viene avvertito solo nei movimenti di flessione e rotazione interna dell’anca, ma con il tempo diventa sempre più frequente fino a determinare l’abbandono delle attività sportive. La diagnosi viene effettuata attraverso una visita medica e test specifici come il test del conflitto anteriore o test dell’impingement anteriore, che consiste nella flessione, rotazione interna ed adduzione dell’anca. Successivamente, la diagnostica per immagini come la radiografia e la RMN vengono utilizzate per individuare la patologia e dare una giusta indicazione terapeutica.
L’artroscopia di anca è un trattamento chirurgico che viene utilizzato per trattare la patologia del conflitto femoro-acetabolare, caratterizzata da piccole anomalie ossee che causano un’articolazione non perfettamente anatomica, provocando una rapida degenerazione articolare. La patologia è stata descritta per la prima volta nel 2003 e richiede specialisti che conoscano le tecniche artroscopiche per effettuare l’intervento chirurgico. L’ideale paziente per il trattamento chirurgico è un paziente che presenta da poco tempo il dolore, ha test positivi alla visita medica e una cartilagine ancora conservata.

I risultati dell’artroscopia di anca nel trattamento del conflitto femoro-acetabolare

L’obiettivo principale del trattamento del conflitto femoro-acetabolare è eliminare il dolore e migliorare la funzionalità dell’articolazione dell’anca, in modo da consentire al paziente di riprendere l’attività sportiva svolta prima dell’insorgere del dolore. Questo è particolarmente importante perché, in molti casi, l’intervento chirurgico più invasivo della protesi totale dell’anca può essere evitato o ritardato. Tuttavia, per ottenere questi risultati, è fondamentale intervenire tempestivamente, prima che la cartilagine articolare sia gravemente danneggiata. Per questo motivo, è importante che il conflitto femoro-acetabolare sia maggiormente conosciuto e diagnosticato in modo tempestivo, in modo da poter intervenire con trattamenti preventivi e mini-invasivi come l’artroscopia. Questo rappresenta un’opportunità importante per prevenire interventi più invasivi e rischiosi, migliorando la qualità di vita del paziente e consentendo il mantenimento di un livello di attività fisica adeguato.

Revisione di artroscopia dell'anca

Dopo un intervento di artroscopia dell’anca, è raro plausibile anche se non frequente che il paziente possa continuare a provare dolore. Ciò può essere causato da diversi fattori, come la rirottura del labbro acetabolare, microinstabilità dell’anca causata da una mancata sutura dei legamenti dell’anca o da una correzione non precisa del conflitto femoro acetabolare, la presenza di calcificazioni periarticolari o aderenze capsulari a seguito di un primo intervento di artroscopia dell’anca non corretto. In questi casi, si può rendere necessario un intervento di revisione in artroscopia per riparare il labbro rirottato. Talvolta, può essere necessario eseguire un trapianto di labbro prelevato dal tensore della fascia lata, o una sutura capsulare per migliorare l’osteoplastica del collo femorale o acetabolare, qualora non sia stata effettuata correttamente in precedenza. Infine, in alcuni casi, possono risultare necessarie la rimozione delle calcificazioni o delle aderenze capsulolabbrali.

Prenota una visita

Vuoi richiedere un appuntamento con il prof. Leo Massari? Clicca sul pulsante e compila il form all’interno della pagina.